A meno di un anno dalla data di fallimento, RCM in nuove mani
Venerdì scorso il Tribunale di Bologna ha emesso il decreto che trasferisce definitivamente la proprietà di RCM Spa a RCM-VRM Srl, nuova società costituita dall’Ing. Florenzo Vanzetto, patron di VRM Spa, che vanta tra i suoi principali clienti anche Ducati.
RCM è una storica realtà bolognese operante dagli anni settanta nelle lavorazioni meccaniche di precisione, principalmente per il settore automotive, fornitrice, tra gli altri, di Ferrari, Maserati, FCA, Porsche e AUDI, che è fallita a giugno 2019 dopo una procedura di concordato preventivo arrestata a pochi giorni dal voto dei creditori.
Per salvaguardare il valore dell’Azienda, il patrimonio industriale locale e conservare i livelli occupazionali, il Tribunale di Bologna ha autorizzato il Curatore fallimentare, dott. Giacomo Barbieri, a proseguire l’attività in esercizio provvisorio (cos’è un esercizio provvisorio?). La produzione è quindi continuata regolarmente sotto lo stretto controllo degli organi della procedura fino al passaggio di consegne. Importante anche il contributo della Regione Emilia Romagna, del Comune di Valsamoggia e della Città metropolitana di Bologna con il Tavolo di salvaguardia, che già prima del fallimento ha seguito da vicino la vicenda con l’obiettivo di tutelare i dipendenti dell’azienda e mantenere la produzione sul territorio bolognese.
Il valore finale dell’acquisizione ha premiato questa strategia corale.
Oggi infatti la procedura fallimentare può contare su circa 4,4 milioni di euro derivati dalla vendita dell’Azienda, senza trascurare il passaggio degli 84 dipendenti in forza al momento di passaggio di consegne.
Entro la settimana tutti gli ex dipendenti, i professionisti e gli artigiani saranno interamente soddisfatti dei loro crediti, ricevendo un’iniezione di liquidità quanto mai vitale in questa difficile congiuntura.
In questo momento di grave crisi finanziaria legata all’emergenza Covid, Vincenzo Colla assessore dello sviluppo economico della Regione Emilia Romagna, Fausto Tinti vicesindaco della Città metropolitana e Daniele Ruscigno sindaco di Valsamoggia esprimono soddisfazione per il lavoro svolto dagli organi della procedura di concerto con Regione Emilia Romagna e Comune di Valsamoggia attraverso il Tavolo di salvaguardia metropolitano, che ha costantemente monitorato la vicenda fino ad oggi e che vede una importante distribuzione di somme a favore dei lavoratori, professionisti e artigiani.
“Il risultato è stato il frutto della collaborazione – ha sottolineato Giacomo Barbieri curatore fallimentare – da subito avviatasi e mai interrotta tra gli Organi della procedura, le istituzioni locali e le parti sociali, senza trascurare la sensibilità dimostrata dai principali clienti non interrompendo gli ordini e quella dei fornitori mantenendo le forniture. Il tempestivo svincolo delle somme incassate a favore dei creditori è stato reso possibile dalla mai sospesa attività degli Organi della procedura, nonostante le limitazioni imposte dal periodo di lockdown al funzionamento dei Tribunali, dell’ufficio Vendite e dei Professionisti coinvolti”.
“Si è così concluso, anche formalmente, – ha dichiarato Florenzo Vanzetto di VRM – il processo di acquisizione di RCM da parte del Gruppo VRM, costata, a causa dei continui mutamenti di scenario, oltre un anno e mezzo di lavoro. Purtroppo l’acquisizione si è inserita in un contesto economico molto difficile, ma per me era importante mantenere gli impegni assunti nei confronti del territorio e della Città metropolitana”.
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Fin qui il comunicato stampa diramato dalla Città Metropolitana di Bologna, ma visto l’impegno profuso da tutto lo Studio per il successo di questa operazione desidero aggiungere qualche parola in più.
Si conclude una parentesi iniziata il 6 marzo 2019 con la presentazione da parte di RCM Spa di una proposta di concordato preventivo in continuità ex art. 186-bis della legge fallimentare nella quale sono stato nominato Commissario giudiziale.Quando è iniziato l’esercizio provvisorio non potevamo immaginare che da lì a qualche mese il mondo intero sarebbe caduto nella più grave emergenza sanitaria ed economia della quale le nostre generazioni abbiano memoria.
Con il senno di poi possiamo dire che l’elemento vincente dell’intera operazione sia stata la velocità di esecuzione, che ci ha consentito di fissare l’asta per la vendita dell’azienda nell’arco di due mesi senza ricorrere a nessuna “scorciatoia” procedurale, ma potendo contare unicamente sulla fattiva collaborazione degli Organi di procedura e dell’Ufficio delegato alle vendite.
Slittare avanti la data dell’asta anche solo di tre mesi, tempo più che accettabile per una vendita competitiva in sede fallimentare, in aggiunta a tutti i rischi connessi alla prosecuzione di un’attività in filiera, fortemente dipendente dalle scelte strategiche dei propri clienti e fornitori, ci avrebbe esposto alle imprevedibili conseguenze del coronavirus.
La velocità richiesta sarebbe stata fuori dalla portata di un singolo professionista, il curatore fallimentare, oltretutto impegnato nella conduzione dell’azienda in esercizio provvisorio. Il coinvolgimento di più professionisti, l’efficiente attribuzione delle deleghe a ciascuno e un metodo di coordinamento funzionale hanno consentito allo Studio di portare avanti in parallelo tutte le attività necessarie.
Grazie quindi a tutti coloro che hanno reso possibile l’ottenimento di questo risultato fuori dall’ordinario in tempi fuori dall’ordinario.